Gli SSDsolid state drive sono le memorie per computer che hanno quasi del tutto sostituito i vecchi hard disk.

Non si tratta solo di unità più veloci, ma anche più affidabili e resistenti.È una caratteristica che dipende dalla tecnologia con cui gli SSD sono costruiti.

Tuttavia, in alcuni casi può succedere che queste memorie comincino a rallentare, o comunque a non avere più le prestazioni a cui ti eri abituato.

Per risolvere questo inconveniente, una buona soluzione potrebbe essere quella di formattare il tuo SSD e riportarlo al suo splendore.

Vediamo insieme come fare in questa guida completa! 😉

come formattare ssd

Formattare un SSD: quando e come farlo

Proprio come nel caso di un hard disk, potresti pensare che la formattazione di un SSD vada fatta:

  • per risolvere alcuni problemi di velocità in scrittura/lettura;
  • per liberare il supporto prima di venderlo o regalarlo;
  • quando vuoi reinstallare il sistema operativo.

Ciò è vero solo in parte. Infatti, se formattare un HDD è un’operazione semplice e totalmente sicura, con un SSD dovrai fare più attenzione.

Una formattazione ha in generale lo stesso esito sia in un hard disk che in un’unità a stato solido: cancellare tutti i dati. Considera però che i due tipi di memoria sono basati su tecnologie completamente diverse.

Da una parte, un HDD è un’unità meccanica dove sono presenti diversi strati di dischi su cui agisce una testina. Invece, un SSD è ha solo memorie flash e non c’è nulla di meccanico.

Questa differenza porta anche a dei cambiamenti nel concetto stesso di eliminazione dei dati salvati sulla memoria.

Vediamo insieme di cosa si tratta! 🙂

SSD vs. HDD: cosa vuol dire eliminare i dati

Quando elimini un file da un hard disk, succede una cosa molto interessante. Il file non viene in realtà cancellato dal supporto, ma la porzione di spazio che esso occupa viene segnalata dal sistema come “libera“.

Diventa quindi pronta a essere occupata da un nuovo file, che nella realtà però sovrascriverà il file precedente. È per questa ragione che alcuni software riescono a recuperare dati che spesso credevi di aver perso per sempre.

Ora, gli SSD funzionano in maniera diversa. Quando elimini un file, il controller dell’unità lo sposta in una sezione che verrà poi eliminata. In questo modo, un SSD può rendere nuovamente libera quella porzione di memoria.

L’unico svantaggio di questa procedura – o garbage collection come viene definita – è il fenomeno della write amplification. Puoi anche lasciare da parte l’inglese, ecco cosa significano questi termini:

  • la garbage collection è la raccolta in alcune porzioni dell’SSD dei file eliminati;
  • la write amplification è la moltiplicazione dei processi di lettura/scrittura dovuti allo spostamento dei file eliminati.

In pratica, il primo fenomeno causa il secondo. E non è una cosa buona, perché moltiplicare le operazioni dell’SSD in genere riduce la sua vita media. Tuttavia, è una delle caratteristiche delle unità a stato solido.

Avrai capito che, stando così le cose, non si possono usare con gli SSD gli stessi strumenti con cui formatti un hard disk. O quasi.

Ti mostrerò due modi per eliminare i dati da un SSD: uno è più tradizionale, l’altro è dedicato solo a questo tipo di memorie. Ovviamente, sarà importante capire quando formattare l’SSD con un metodo o con l’altro. 🙂

Metodo 1: formattazione rapida di un SSD con Windows

Questo metodo è il più semplice da mettere in pratica. Soprattutto, perché ti permette di rendere il tuo SSD nuovamente libero e pronto all’uso. Tuttavia, ti consiglio di usarlo se non hai sottoposto l’unità a grandi sforzi o se non ce l’hai da troppo tempo.

Inoltre, va bene eseguire questa formattazione anche se vuoi reinstallare il sistema operativo o liberare dei dati che hai già trasferito su un altro supporto.

Per formattare il tuo SSD, ecco quali step dovrai compiere:

  1. fai un backup di tutti i file presenti sul supporto;
  2. vai sulla tua tastiera e premi “WIN” + “R”;
  3. digita “diskmgmt.msc” e premi INVIO sulla tastiera: hai appena dato il comando “disk management”;
  4. una volta entrato in “Gestione disco”, clicca sulla partizione che ti interessa con il tasto destro e clicca nuovamente su “formatta”.
  5. seleziona “Formattazione rapida”: in questo modo il tuo SSD non subirà un ciclo completo di lettura/scrittura e ne preserverai la durabilità;
  6. clicca su “Avvia” e il gioco è fatto.

Così formatterai tutta l’unità oppure le singole partizioni di cui è composta, direttamente dall’utility di Windows “Gestione disco”.

Per un SSD più veloce: il comando TRIM

La formattazione tramite Windows è davvero comoda, soprattutto se il tuo SSD rispetta le condizioni di cui ti ho parlato poco più in alto.

Questa operazione però raggiunge la sua massima utilità se hai attivo, sul tuo computer, il comando TRIM. Si tratta di un’istruzione vitale per la velocità di un SSD.

Infatti, a gestire le porzioni di memoria non è la CPU, ma lo stesso controller di un SSD. Il comando TRIM consente alla CPU di comunicare al controller quali siano i settori occupati e quelli recentemente eliminati.

Questa istruzione fa sì che le prestazioni di un Solid State Drive si mantengano nel tempo.

Metodo 2: come fare il Secure Erase in un SSD

Se invece il tuo SSD comincia a perdere colpi, non è di certo con una formattazione tramite Windows che puoi farlo risorgere, proprio perché un SSD non è fatto come un HDD.

Ma è comunque possibile fare qualcosa: si tratta del secure erase. Volendo, potrei definirla come una “formattazione” speciale, ma sarebbe quantomeno improprio.

Il secure erase è un comando che permette di resettare tutti i chip di memoria Nand dell’SSD in un colpo solo e in pochi minuti. In questo modo, è quasi come riportare il tuo SSD allo stato di fabbrica.

Non è un’operazione sempre necessaria, ma ti permetterà di notare sicuramente una grande differenza fra prima e dopo.

Vediamo allora come metterla in pratica! 😉

Per fare la secure erase di un SSD ci sono diversi metodi disponibili:

  • utilizzare un software di gestione dei drive di memoria;
  • utilizzare Parted Magic, una utility che puoi usare anche per altre memorie Flash;
  • impiegare il comando “hdparm” lanciato da un supporto di avvio con Linux.

Per quanto tutti e tre i metodi siano a loro modo efficaci, quello di gran lunga più semplice da attuare è proprio il primo.

Infatti, grazie ai tool specifici degli SSD – come il Samsung Magician per una unità come il Samsung 970 EVO – ma anche attraverso software come AOMEI Partition Assistant, potrai ridare nuovo smalto al tuo drive di memoria.

Ti basterà infatti avviare il software, selezionare l’unità SSD su cui vuoi eseguire la cancellazione e cliccare sul comando “SSD Secure Erase”.

Durante l’operazione, il tuo SSD verrà bloccato temporaneamente, così da evitare che venga utilizzato da altri processi. Al contrario, correresti il rischio di rompere l’unità e purtroppo vanificare tutti i tuoi sforzi.

Conclusioni

Le differenze di un SSD da un HDD, come hai visto, non riguardano solo la tecnologia di costruzione né la fascia di prezzo. Oltre a queste, investono anche tutte le operazioni di gestione e manutenzione del drive.

In questa guida ti ho mostrato sia come formattare un Solid State Drive, sia come riportarlo al suo stato di fabbrica. Se dovrai venderlo o darlo a qualcuno, sarà meglio fare una secure erase. 😉

Ti incuriosisce questo argomento? Allora dai pure un’occhiata al mio articolo sui migliori SSD: troverai tutti i modelli più nuovi e anche qualche consiglio.

Se invece qualcosa di questa guida ti ha lasciato qualche dubbio, non esitare a scrivermi nei commenti. Cercherò di aiutarti al meglio! 😉

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Matteo Zigliani
CEO & Founder di www.robadainformatici.it, vivo l'informatica come una passione. Di giorno aiuto le persone a sfruttare la tecnologia a proprio favore, nel tempo libero condivido queste fantastiche conoscenze in questo spazio, con il resto della rete.

11 Commenti

  1. Gentile Matteo Zigliani, ho un piccolo portatile con un SSD, dal quale ho rimosso Windows per poi installare una distribuzione Linux. Dopo aver letto numerosi articoli sul pericolo di usura delle memorie a stato solido, ho spostato in RAM molte attività di scrittura ripetuta, ho eliminato lo spazio di swap e il journaling e altro… Tuttavia continuo ad avere molti dubbi sull’argomento:
    1) ci sono altre attività di scrittura continua su disco da evitare (ad esempio, le scritture del browser, quelle delle suite da ufficio: Libre Office, per intenderci)?
    2) che cosa fare con i compilatori?
    3) che cosa fare con partizioni come /var?
    4) (infine) a che punto è veramente necessario modificare il comportamento delle distribuzioni Linux per evitare il rischio di comsumare le memorie in questione?
    Sarei molto grato se potessi darmi chiarimenti. grazie

    • Buongiorno Stefano,

      per l’usura degli SSD ti posso dare una rassicurazione sul fatto che per esaurire il lifespan di un SSD supponiamo di un Samsung 860 Evo da 1TB che garantisce 1.200 TBW (ossia Terabyte scritti), dovresti scrivere 40GB al giorno per più di 80 anni. Credo sia altamente improbabile su un ambiente consumer, è avvicinabile in un ambiente enterprise dove le necessità sono ben altre.
      Sul fatto della scrittura continua, devi sapere che gli SSD negli ultimi anni si sono evoluti e non riscrivono continuamente lo stesso dato sulla stessa cella, ma scrivono gradualmente i dati su tutta la memoria.

      Perciò non ti preoccupare sull’utilizzo del tuo hard disk 😉

      Buona giornata

  2. Ciao. Devo clonare il mio vecchio hdd su un nuovo SSD. La formattazione del nuovo SSD va fatta con il metodo 1 gestione disco? È sufficiente? Grazie Andrea

  3. Salve, posso installare su un ssd vergine un sistema operativo senza dover clonare hdd precedentemente montato adesempio installando window da CD?

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