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Prestazioni da gaming: oltre l’importanza del framerate

Quando si parla di configurazioni da gaming, l’attenzione va giustamente a tutti quei parametri in grado di assicurare una buona esperienza di gioco.

Da una parte, quindi, diventa essenziale scegliere la scheda video giusta, il processore giusto, il monitor da gaming giusto, e così via.

Dall’altra parte, bisogna considerare anche il modo in cui queste componenti e periferiche interagiscono fra di loro durante il gaming.

In questa guida, vedremo più in particolare quanto è importante il framerate nelle prestazioni da gaming. Si tratta infatti di un parametro che coinvolge più fattori, come:

  • capacità della scheda video di generare fotogrammi di qualità;
  • quantità di fotogrammi che vengono messi in successione;
  • capacità del monitor di mostrare quanti più fotogrammi senza artefatti.

Ci sono diversi altri aspetti da considerare, come per esempio l’interazione fra GPU e CPU nei giochi che richiedono una maggiore potenza grafica o di calcolo.

Ma, per lo scopo di questa guida, vedremo quanto il rapporto fra scheda video e monitor da gaming influisce sull’intera esperienza di gioco. 😉

Cominciamo subito! 😉

Prestazioni da gaming: oltre l'importanza del framerate

Interazione fra scheda video e monitor da gaming

Come ti dicevo in introduzione, in un computer la scheda grafica produce i fotogrammi che poi verranno mostrati dal monitor.

Se riduciamo all’osso e non consideriamo le altre componenti, il funzionamento di un PC è proprio questo: la GPU crea i fotogrammi, lo schermo li mostra.

Andiamo con ordine per capire l’importanza del framerate nelle prestazioni da gaming. 😉

La scheda video produce i fotogrammi

Una scheda grafica ha al suo interno una GPU, il processore grafico, composta da tante piccole unità di elaborazione. Quelle di AMD si chiamano stream processor, mentre quelle di Nvidia CUDA core.

Una scheda video produce tanti fotogrammi che poi vengono inviati alla scheda madre e da questa al monitor, che deve mostrarli.

Un fotogramma, ricordiamo, è un’immagine fissa: non c’è movimento, ma al massimo c’è un’illusione del movimento dovuta al veloce susseguirsi di tanti fotogrammi.

Questo meccanismo è lampante in un film al PC: c’è movimento, certo, ma si tratta letteralmente di “immagini in movimento”, ossia una dietro l’altra in veloce sequenza.

Nei videogiochi avviene lo stesso, con la GPU che produce tanti fotogrammi in successione in grado di creare l’illusione del movimento.

Più una GPU è potente, più immagini statiche può generare in un secondo:

  • 30 fotogrammi al secondo sono 30 FPS, il minimo per giocare in modo più o meno fluido;
  • 60 fotogrammi al secondo sono 60 FPS, il miglior compromesso per giocare in modo fluido;
  • 90 fotogrammi al secondo sono 90 FPS, 120 sono 120 FPS, e così via.

Più sono i fotogrammi di un videogame, migliore sarà l’esperienza di gioco, no? Lato scheda video, è proprio così, ma lato monitor?

Il monitor mostra i fotogrammi

Così come la scheda video produce i fotogrammi, il compito del monitor è quello di mostrarli così da creare l’illusione del movimento.

Gli schermi contemporanei funzionano tuttavia in modo leggermente diverso. Se il movimento è dato dalla successione rapida dei fotogrammi, allora è necessario che il monitor sia in grado di supportare questa sequenza. E lo è.

Per farlo, infatti, i display moderni aggiornano l’immagine sullo schermo diverse volte al secondo. A ogni aggiornamento, possono quindi mostrare un fotogramma diverso prodotto dalla GPU.

Il parametro di riferimento è quindi la frequenza di aggiornamento, ossia il numero di volte che un monitor aggiorna l’immagine in un secondo:

  • il minimo per una buona esperienza è un refresh rate di 60 Hz, 60 volte in un secondo;
  • nel gaming si preferiscono valori di almeno 120 Hz o superiori;
  • i migliori monitor da gaming arrivano anche a superare i 200 Hz.

La stragrande maggioranza dei monitor per PC ha una frequenza di aggiornamento di 60 Hz. Vanno bene per (quasi) tutte le applicazioni e gli utilizzi, dal lavoro allo svago, dai film alla navigazione.

Nel gaming, dicevamo, il discorso è leggermente diverso: 60 Hz sono sufficienti in un gioco single player, ma diventano pochi se giochi online.

In questo caso, ci sono monitor che offrono refresh rate superiori in grado di tenere il passo con la scheda video. O quasi.

Tearing, stuttering e altri difetti grafici

Cosa succede infatti se la GPU produce troppi fotogrammi e lo schermo ha una frequenza di aggiornamento inferiore? Semplice: alcuni frame vengono saltati.

Allo stesso tempo, se la GPU produce troppi pochi fotogrammi e il monitor ha un refresh rate superiore? Anche in questo caso è semplice: alcuni frame verranno ripetuti.

Entrambe le situazioni possono già da sole peggiorare l’esperienza di gaming e in generale l’uso di un computer. Ma possono anche andare peggio, con il verificarsi di:

  • Tearing. Si tratta di un fenomeno che avviene quando la GPU crea più fotogrammi rispetto alla frequenza di aggiornamento del monitor. In questo caso, le immagini a schermo sembrano strappate, perché composte da pezzi di più fotogrammi.
  • Stuttering. Fenomeno che avviene quando la GPU crea meno fotogrammi rispetto alla frequenza di aggiornamento del monitor, consiste nella permanenza di un frame sullo schermo per diversi secondo. L’immagine mostrata, in pratica, non cambia.

Entrambi i casi rappresentano conseguenze della perdita di informazione grafica nel passaggio da scheda grafica a monitor.

Ora, esistono delle tecnologie che permettono di mitigare o persino annullare questi problemi, come il V-Sync o l’Adaptive Sync.

Che sia la versione aperta di AMD o la versione chiusa di Nvidia, FreeSync e G-Sync permettono di superare gli ostacoli causati da una cattiva interazione fra GPU e monitor.

Ma non è detto che siano la soluzione giusta: vediamo perché!

Migliorare le prestazioni da gaming oltre il framerate

La situazione migliore è infatti quella in cui hai a disposizione:

  • una scheda video sufficientemente potente per generare molto frame di alta qualità;
  • un monitor da gaming con il più alto refresh rate possibile, anche oltre i 165 Hz e vicino ai 240 Hz;
  • una configurazione che, in generale, permette a GPU e display di dare il meglio.

Attivare il G-Sync o il FreeSync è diverso se lo fai quando le due componenti già lavorano in modo da offrire le migliori prestazioni possibili. 🙂

Da questo punto di vista, la configurazione hardware risulta quindi un supporto più che adeguato alle abilità del videogiocatore, ma non indispensabile.

Ovviamente è utile poter contare su una tecnologia che limita i ritardi dovuti alle componenti del computer, per quanto minimi. In più, diventano importanti anche parametri come:

Insomma, da un lato poter giocare in modo competitivo richiede una configurazione che sia all’altezza del compito. Dall’altro lato a contare forse anche di più è sempre la bravura del videogiocatore. 😉

Conclusioni

Come hai visto nel corso della guida, nelle prestazioni da gaming la scheda video conta tantissimo, e lo stesso si può dire del monitor.

Allo stesso tempo, però, è più importante scegliere due componenti che sappiano dialogare fra loro e interagire per ottenere le migliori prestazioni.

Investire tutto nella GPU ha poco senso, se poi il monitor avrà 60 Hz fissi e un tempo di risposta di 7 millisecondi, no?

Tutto sta nella parola equilibrio, anche quando pensi di assemblare una configurazione da gaming. Se però vuoi valutare meglio alcune proposte, ti rimando alla guida dove vediamo alcune configurazioni per fasce di prezzo.

Per qualsiasi dubbio o se hai bisogno di un consiglio, invece, scrivi un commento qui sotto! 😉

Matteo Zigliani
Matteo Ziglianihttps://robadainformatici.it
CEO & Founder di www.robadainformatici.it, vivo l'informatica come una passione. Di giorno aiuto le persone a sfruttare la tecnologia a proprio favore, nel tempo libero condivido queste fantastiche conoscenze in questo spazio, con il resto della rete.

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