Scegliere un monitor da gaming non è proprio come scegliere un normale monitor per il tuo computer. Certo, molti dei parametri da considerare sono gli stessi – grandezza, risoluzione, ingombro – ma c’è anche dell’altro.
Un computer da ufficio può non trarre alcun vantaggio dal tipo di pannello utilizzato, dalle tecnologie di sincronizzazione adattiva e dalla profondità colore.
Un monitor da gaming sì.
Le due principali caratteristiche a cui devi fare attenzione, se stai assemblando una configurazione da gioco, sono però:
Il secondo parametro tuttavia spesso viene espresso dai produttori come tempo di risposta GtG o tempo di risposta MPRT.
Quali sono le differenze? Cosa conta di più fra GtG e MPRT? Quale preferire quando scegli il tuo prossimo monitor da gaming?
Scorri in basso per leggere la guida! 😉
Contenuti dell'articolo
A cosa serve il tempo di risposta nei monitor
In un monitor per computer, quale esso sia, il tempo di risposta indica l’intervallo in millisecondi che un pixel impiega per passare da una scala di grigi a un’altra.
Si tratta di una metrica che influenza direttamente la percezione delle immagini a schermo e la loro coerenza, ma è diverso dal refresh rate.
Quest’ultimo, chiamato anche frequenza di aggiornamento, misura in Hz il numero di volte in cui il pannello aggiorna l’immagine presente sul display.
Più alto è e più fluido sarà il passaggio fra i fotogrammi: nel gaming è bene optare per monitor con un valore superiore a 60 Hz. Oggi ne esistono molti anche a 144 Hz e oltre. 😉
Al contrario, un tempo di risposta alto porterebbe al verificarsi di fenomeni come il ghosting o il motion blur, che possono inficiare l’intera esperienza.
Per un monitor da gaming, il valore ideale è 1 ms perché ogni millisecondo conta tantissimo. A seconda dell’uso che ne farai può tuttavia andar bene anche 4 ms o 5 ms.
Qui però sorge il problema: come si misura il tempo di risposta? D’altronde, il tipo di misurazione può influenzare direttamente il risultato.
Alcuni produttori per esempio utilizzano l’intervallo che un pixel impiega per passare dal nero al bianco, altri dal nero al bianco e nuovamente in nero.
La maggior parte però preferisce misurare:
- il tempo che un pixel impiega per passare da una scala di grigi all’altra, o tempo di risposta GtG;
- l’intervallo in cui un pixel appare e rimane sullo schermo, o tempo di risposta MPRT.
Vediamo nello specifico di cosa si tratta, perché è importante nel gaming e qual è il parametro più attendibile. 😉
Tempo di risposta GtG: cos’è?
L’acronimo GtG indica un tempo di risposta gray to gray, letteralmente dal grigio al grigio. Una misurazione di questo tipo infatti interessa l’intervallo che un pixel impiega per cambiare valore di grigio.
Si tratta di uno dei metodi più precisi per valutare il tempo di risposta, perché è quello più prossimo al livello hardware del monitor da gaming.
Infatti, un pixel è un transistor che al livello base controlla la scala di grigi. Per questa ragione, rispetto ad altre misurazioni, il passaggio da un valore di grigio all’altro è:
- più preciso;
- più veloce;
- molto più utile dal punto di vista della promozione del monitor da gaming.
Al netto dell’ultimo motivo, che pure interviene nella scelta di un modello, la scelta del grigio permette di avere una misurazione che rimane costante.
I passaggi dal giallo al rosso, o dal verde al blu possono impiegare più tempo e il valore non sarà mai lo stesso. A variare sono hardware, pannello, gestione dei colori, intensità del colore, e così via.
La mancanza totale di elaborazione successiva e potenziamenti dell’immagine rende il tempo di risposta GtG più affidabile.
Certo, un display con un valore di 4 ms come il Samsung S24F350 avrà dei tempi reali che possono risultare di poco superiori. E lo stesso si può dire per un monitor pensato per il gaming, come il BenQ GL2480.
Ciononostante, la misurazione da grigio a grigio rimane una delle più affidabili soprattutto quando confronti monitor diversi. 😉
Tempo di risposta MPRT: cos’è?
Al contrario, il tempo di risposta MPRT indica un tipo di misurazione e quindi un parametro completamente diversi.
L’acronimo vuol dire Moving Picture Response Time, che si può tradurre con “tempo di risposta dell’immagine in movimento” o al massimo dell’immagine animata.
Misurare il tempo di risposta MPRT vuol dire valutare l’intervallo in cui un pixel appare e rimane visibile sullo schermo. Più è alto questo valore, più alto sarà il response time del monitor, e questo non è un bene.
Più a lungo un pixel permane sul display, infatti, e più un’immagine in movimento creerà quell’effetto sfocato che non aiuta di certo la fruizione.
Inoltre, il tempo di risposta MPRT dipende in modo quasi esclusivo dalla frequenza di aggiornamento. Qui puoi già individuare una differenza con il GtG.
Se la misurazione riguarda l’intervallo in cui il pixel compare e poi scompare, allora il valore minimo si ottiene andando a vedere il refresh rate.
Un monitor come il MSI Optix MAG272CQR, il cui valore è di 165 Hz, avrà un MPRT di circa 6,1 millisecondi. Da qui, in realtà le tecnologie a servizio dell’immagine implementate dal produttore possono migliorare il valore e quindi portarlo anche a 1 ms.
Se ci pensi, è questa la differenza fra un display che puoi utilizzare anche per giocare e i migliori monitor da gaming. Un conto è un valore teorico di 16 ms per i modelli da 60 Hz, un conto è poter contare su valori inferiori a 6 ms. 😉
Come puoi vedere, diversamente dal GtG il tempo di risposta MPRT però non è legato all’hardware duro e puro del monitor. Al contrario, è una metrica più soggettiva.
Prendi per esempio un monitor con MPRT di 1 ms, come il Philips 346E2CUAE. Per alcuni potrebbe sembrare immediato mentre altri potrebbero lamentarsi di un’immagine sfocata. Come saperlo con certezza?
GtG o MPRT: quale scegliere?
Se stai cercando un monitor da gaming e vuoi affidarti a un parametro che sia legato esclusivamente al livello hardware, allora prediligi il tempo di risposta GtG.
I migliori modelli offrono valori sempre inferiori a 4 ms per il passaggio fra scale di grigi diverse. Come peraltro ti dicevo più su in questa guida, si tratta di una caratteristiche quanto più “oggettiva possibile”.
Che un monitor riporti soltanto il tempo di risposta GtG, quindi, va bene. Puoi farti un’idea delle prestazioni e della fruizione che potrà offrire. 🙂
C’è un però. La situazione ideale è quella in cui il monitor da gaming riporta anche i valori del tempo di risposta MPRT.
Nonostante sia un parametro meno oggettivo rispetto al GtG, il MPRT dà indicazioni anche sulla cura riposta nella progettazione del dispositivo.
Prendi il AOC C27G27ZU, che appunto ha un incredibile MPRT da 0,5 ms. Al netto della frequenza di aggiornamento, che il tempo di risposta sia così basso vuol dire che il produttore ha lavorato molto:
- sul motion control;
- sulla regolazione dell’immagine;
- sull’ottimizzazione dei pannelli per il gaming.
Più che una scelta fra GtG e MPRT, allora, in realtà sarebbe più indicato trovare entrambi i parametri con valori più bassi possibili.
In questo modo, sul lato pixel potrai avere migliori prestazioni in game del monitor. Allo stesso tempo, non avrai colli di bottiglia che diminuiscono la performance della tua configurazione da gaming.
Sarebbe poco indicato spendere magari tanto per una build di fascia alta e non poterne godere a causa del pannello. 😉
Conclusioni
Come hai visto, esiste una grande distinzione fra tempo di risposta GtG e tempo di risposta MPRT. Pur indicando alla fine lo stesso parametro, scelgono approcci diversi e danno quindi informazioni diverse.
Per questa ragione, benché spesso basta soltanto il GtG, in un monitor da gaming è meglio averli entrambi. Soprattutto se parliamo di fascia alta. 🙂
Se vuoi capire meglio cosa offre il panorama, dai pure un’occhiata alla guida sui migliori monitor da gaming.
Per dubbi o consigli, invece, scrivi anche un commento qui sotto! 😉